Chiusura discarica e bilancio: “Comune previdente, conti in ordine”

MAGIONE 7 maggio 2017 – Questa primavera sarà ricordata per l’inaspettata chiusura della discarica di Borgogiglione. Un problema per tutto il sistema umbro dei rifiuti, ma una criticità tutta particolare per il Comune di Magione. In questo momento l’impianto di smaltimento più importante dell’area di Perugia è infatti fermo. Almeno per ora nessuna tipologia di rifiuti può essere conferita nel sito della Trasimeno servizi ambientali (Tsa), malgrado vi siano ancora 250mila metri cubi di spazio, sufficienti alle necessità del capoluogo e del suo comprensorio almeno fino al 2020.

Lo stato ambientale della discarica secondo Arpa Umbria La prima preoccupazione è quella ecologica. Vi sono conclamati problemi ambientali? No. Lo dice la stessa Arpa in una nota di chiarimento riportata sul Corriere dell’Umbria del 1° marzo scorso: «a Borgogiglione per quanto riguarda i superamenti dei fluoruri “è in corso una valutazione dei valori di fondo, non già legata alle condizioni locali bensì a quelle della specifica formazione geologica ed alla possibilità di una relazione con la composizione del biogas”. Gli altri sforamenti non sarebbero collegati a perdite di percolato. I superamenti di ferro e manganese dipenderebbero dall’ambiente circostante. I superamenti per nichel, piombo e cadmio rappresenterebbero “condizioni episodiche e discontinue”, quelle per boro e arsenico condizioni “puntuali, probabilmente legate alla composizione e condizioni geochimiche della matrice acquifera».

Borgogiglione, un sito mai così tanto controllato La discarica – con l’indagine Gesenu-Tsa in corso – non è mai stata così monitorata. Procura della Repubblica e Arpa Umbria tengono sotto stretta vigilanza la gestione dell’impianto. All’inizio del 2016 Borgogiglione ha inoltre avviato uno screening generale tramite Piano di caratterizzazione ex Dlgs 152/2006 (Codice ambientale). Si tratta di una sorta di check up completo. Un procedimento durato sei mesi – effettuato in contraddittorio con Arpa da un laboratorio chimico estraneo alle vicende giudiziarie – su acque sotterranee; terreno di superficie, con top soil dei primi 10 centimetri del suolo circostante il perimetro della discarica; acque superficiali del vicino torrente, monitorato h24 tramite centralina che registra la conducibilità elettrica dell’acqua, elemento chiave per l’individuazione di inquinamento da percolato. Inoltre, ad oggi, i piezometri (pozzi di controllo per le acque profonde) sono 18, un terzo in più rispetto a prima, posizionati sia a monte che a valle del sito, dentro e fuori il corpo discarica. Il Piano di caratterizzazione e l’analisi di rischio non ravvedono particolari elementi di criticità ambientale. E’ bene ricordare che Tsa ha provveduto in sede di Piano di caratterizzazione a portare avanti un’analisi di rischio specifico. Un test, fatto per ancora maggior sicurezza e non dovuto, che comunque mette in evidenza una situazione positiva.

Gli effetti della chiusura sul bilancio del Comune di Magione L’amministrazione ha reso in questi anni il proprio bilancio sempre più indipendente dalle tonnellate di rifiuti, un’operazione ritenuta necessaria seppur non semplice che ha “ristretto” le entrate del Comune di oltre mezzo milione di euro. Insomma i compiti a casa sono stati fatti bene e quindi anche con la discarica chiusa il Comune ha approvato un bilancio solido, senza gravare sui cittadini con aumenti su tariffe ed imposte. Esserci riusciti è una soddisfazione particolare per tutti gli amministratori, a partire dal sindaco, e per lo staff della ragioneria. Va infatti ricordato che Magione beneficia di un’indennità di disagio ambientale (in realtà molto contenuta rispetto alla media nazionale). Tale indennità equivale a circa 5 euro a tonnellata. Negli anni dal 2008 al 2013 questa entrata era diventata proporzionalmente più significativa, fino al picco massimo del 2012 quando entrarono in discarica 198mila tonnellate. Dal bilancio di previsione 2014 in poi il Comune ha volutamente sottostimato i quantitativi, in modo da ridurre la dipendenza dei conti dall’impianto della cui superficie è proprietario. Nel 2015 ad esempio in bilancio furono previsti 100mila tonnellate, ma ne entrarono 136mila. Nel 2016 vennero previste 90mila tonnellate, ma alla fine furono 140mila. Il bilancio 2017 del Comune ha stimato per prudenza un afflusso di 60mila tonnellate. Ad oggi possiamo dire che difficilmente entreranno, ma malgrado questo l’amministrazione è in grado fin da ora di poter dire che i conti quadreranno comunque, grazie proprio alla scelta di ridurre le previsioni al minimo.

L’impianto fermo, i rifiuti di Perugia verso Belladanza La chiusura di Borgogiglione era attesa per il 2020. Nel 2017 però la discarica rimarrà di fatto chiusa. Le ragioni sono evidentemente legate all’indagine in corso – che riguarda anche le modalità di gestione del sito stesso – e alle autorizzazioni legate alle tipologie di rifiuti in ingresso, oltre che alle modalità di trattamento. Per quello che riguarda gli scarti di frazione umida (cassonetti marroni, Fou) provenienti da Pietramelina (Gesenu, Perugia) la tipologia non è più ammessa al trattamento nel bioreattore di Borgogiglione. Pietramelina peraltro non ha più riaperto alla lavorazione della frazione umida: questa va direttamente a Rimini, in un impianto di Hera. Per lo scarto della frazione organica da rifiuto solido urbano (cassonetti neri, Forsu) non viene al momento accettata nel biorettore refitting, quello rivisitato dopo l’esaurimento del vecchio biorettore. Il nuovo sistema sembra infatti avere gli stessi problemi del precedente, ovvero i tempi di biostabilizzazione del materiale sono troppo lunghi e non rispettano pienamente la normativa vigente. Le ragioni sul perché non funzioni a dovere sono da chiedere ai gestori e agli esperti, ma potrebbe dipendere anche dalla qualità del materiale in arrivo che viene trattata a Ponte Rio (Gesenu, Perugia). Fatto sta che la Forsu ora va a Città di Castello, presso il sito di Belladanza di Sogepu. Qui va anche il rifiuto indifferenziato (cassonetto nero) in attesa che venga riattivata l’Autorizzazione ambientale integrata della discarica (Aia), provvedimento autorizzativo rilasciato dalla Regione al gestore e che – viste le particolari verifiche tecniche e giudiziarie – richiede più tempo del previsto. In questo momento l’indifferenziata, o meglio la parte non umida dei rifiuti trattati a Ponte Rio, va anch’essa a Città di Castello. Quando ripartirà il tutto? Non è dato saperlo, ma i sindaci del Trasimeno stanno cercando di rafforzare la governance di Tsa con una nuova modifica statutaria che possa renderla maggiormente indipendente dal socio minoritario Gesenu che possiede storicamente una sorta di golden share interna: è minoritaria ma fino al 2015 ha sempre nominato l’amministratore delegato.

La posizione dei sindaci del Trasimeno e Corciano La nota congiunta dei sindaci del Trasimeno e Corciano rispetto all’indagine chiedeva «chiarezza su tutti gli aspetti, a partire da quelli finanziari a quelli ambientali». Ribadendo che «Il rapporto di eccessiva ingerenza in Tsa da parte di Gesenu, che è il principale socio di minoranza con il 40 per cento delle azioni, aveva convinto, già nell’estate 2014, a modificare lo statuto e a non rinominare l’amministratore delegato di spettanza di Gesenu. Questi infatti cumulava da anni la doppia carica di amministratore delegato sia di Gesenu che di Tsa. Un palese conflitto di interesse – dichiarano i primi cittadini del Trasimeno e Corciano – che oggi sembra nascondere anche qualcosa di più grave e preoccupante, dove i Comuni e in particolare quelli dell’area Tsa (gestore operativo della discarica) sembrerebbero, in base a quanto riportato dagli organi di stampa, vittime di opache regie a loro danno».

Conclusioni, gli impegni di chi amministra Magione sul fronte rifiuti 

  • Tsa L’inchiesta deve fare il suo corso e, qualunque sia il responso, la partecipata pubblica Tsa dovrà uscirne più forte societariamente e più autonoma rispetto ai partner privati;
  • Tari Gli extracosti generati dalla necessità di portare fuori i rifiuti del comprensorio dovranno ricadere sui gestori e non sulle tariffe dei cittadini;
  • Discarica Il sito di Borgogiglione sarà sempre tutelato al massimo, come sta avvenendo dal punto di vista dei controlli ambientali. Magione farà valere i propri interessi rispetto alla fase di esaurimento della discarica (post mortem), per la quale è previsto uno specifico accantonamento milionario nei bilanci di Tsa;
  • Differenziata I Comuni del Trasimeno e Corciano insisteranno con le politiche di contenimento dei rifiuti, incentivando la raccolta differenziata e il riuso dei materiali raccolti;
  • Bilancio Il Comune continuerà ad impegnarsi per raggiungere una totale indipendenza del proprio bilancio dall’indennità di disagio ambientale.

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