
Fabbrica Rondini, ecco il progetto di recupero: sarà un polo culturale e ricreativo nel centro storico di Magione.
L’obiettivo è di ristrutturare l’immobile mantenendone inalterate le forme, a partire dal tipico tetto industriale con copertura a shed (o a denti di sega).
All’interno gli spazi avranno molteplici utilizzi con due ingressi, da via degli Orti e da via Solatia. I tempi sono ancora da definire, ma si conta di ottenere il finanziamento tramite fondi europei gestiti dal Gruppo di azione locale (Gal) Trasimeno-Orvietano e di poter aggiudicare l’opera tramite gara pubblica entro l’anno 2019.
Grazie all’architetto Gianluigi Cipolloni per il progetto, promosso a pieni voti dalla Soprintendenza paesaggistica dell’Umbria. Un plauso particolare all’assessore Nazareno Annetti, al delegato alla cultura Vanni Ruggeri e all’ufficio lavori pubblici.
UN PO’ DI STORIA
La fabbrica di Magione – aperta alla fine del secondo decennio del Novecento dai fratelli Adrasto, Germano, Luca e Napoleone Rondini – ebbe un notevole sviluppo grazie alle commesse ottenute dal governo per la costruzione di tende e brande militari. Si ricorda al riguardo una grande esposizione realizzata nell’odierna piazza Matteotti. Il successo dell’azienda portò i fratelli Rondini a costruire una seconda sede più comoda in prossimità della stazione ferroviaria. Nel periodo di maggior prosperità vi lavoravano oltre cento operai. Ancora negli anni Sessanta tanti giovani iniziavano a lavorare nella ditta, mentre la produzione si trasformava e venivano realizzati prevalentemente reti e letti che venivano venduti in tutta Italia. La crisi dell’industria ha portato prima alla chiusura della sede originaria nel centro del paese e, successivamente, alla cessazione definitiva dell’azienda intorno al duemila. Nel 2004 il Comune di Magione ha acquistato l’immobile, già in stato di abbandono.