Frana di Sant’Arcangelo, sindaco Magione “richiama” Provincia su ritardi

Frana di Sant'Arcangelo di Magione sul lago TrasimenoIl sindaco di Magione, Giacomo Chiodini, ha chiesto ufficialmente al presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, «un incontro tecnico-politico per dare una sterzata definitiva ai ritardi accumulati sui lavori della frana di Sant’Arcangelo di Magione sulla strada regionale 599 per Chiusi». «Sono necessarie spiegazioni dettagliate – ha osservato Chiodini, secondo quanto riferisce una nota del Comune – sull’oggettiva situazione dell’azienda impegnata nel cantiere, che dall’inizio dell’estate lavora a singhiozzo, e soprattutto su come s’intende procedere per il completamento dell’opera e la riapertura della strada. Preminente interesse è la qualità dell’intervento, strettamente legato ad aspetti di sicurezza, ma si è di fronte ad un disagio esasperante che va avanti ormai da anni». Troppi ritardi «Dopo un cronoprogramma presentato dalla direzione lavori in assemblea pubblica a Sant’Arcangelo che prevedeva la chiusura del cantiere per il mese di agosto – ha sottolineato Chiodini – si prende atto che difficoltà sopraggiunte stanno allungando i tempi molto oltre quanto preventivato dalla stessa azienda e dai tecnici della Provincia di Perugia. Tutto questo produce una viabilità a corsia unica che va avanti ininterrottamente da anni». «L’evento franoso principale – ha ricordato Chiodini – avvenne nel 2012. L’iter di finanziamento dell’opera, dal costo significativo anche per alcune prescrizioni paesaggistiche forse eccessive, è durato per tutto il 2013, risolvendosi solamente con un finanziamento ministeriale ottenuto dalla Regione Umbria. Solo alla fine del 2014 si arriva alla consegna dei lavori, slittati a causa della brutta stagione all’inizio della primavera. Da allora, dopo un rapido intervento per lo zoccolo in cemento armato, si sono susseguite sistematiche lentezze, malgrado un cronoprogramma dei lavori che ad aprile scorso aveva infuso ottimismo in tutta la cittadinanza». «Ora – ha concluso Chiodini – è necessario fare il punto con azienda e tecnici provinciali: la situazione, sempre seguita con attenzione dall’amministrazione comunale, richiede un interessamento diretto dei vertici politici della Provincia, a partire dal presidente Nando Mismetti».

Interviene la Provincia Un Mismetti che qualche ora dopo, attraverso i tecnici del settore viabilità della Provincia, risponde al sindaco di Magione assicurando che entro il 30 settembre, meteo permettendo, verranno ultimati i lavori principali. Quanto ai ritardi, i tecnici spiegano che dipendono «da una serie di motivazioni», tra cui la proposta di variante tecnica avanzata dalla ditta appaltatrice (a proprie spese), consistente nell’adozione di una differente soluzione strutturale (a causa delle difficoltà della stessa ad ottenere le forniture dei materiali)». Proposta che ha comportato la necessità di procedere all’ottenimento della prescritta autorizzazione sismica.

I problemi «I relativi tempi – osservano ancora i tecnici – comprendenti la redazione della documentazione progettuale, il procedimento di istruttoria e di ottenimento del parere, sono stati compressi quanto possibile, ma sono comunque risultati di molte settimane». A ciò va aggiunto che «le prove sperimentali condotte sul terreno fornito dall’impresa di cui era previsto l’utilizzo nella realizzazione del rilevato, obbligatorie e tese a garantire il rispetto delle prescrizioni di capitolato e la sicurezza della struttura, hanno evidenziato una non compatibilità di tipo chimico tra il terreno stesso e il materiale di cui sono composte le geogriglie, tale da costituire il rischio di un decadimento delle prestazioni nel tempo e una conseguente riduzione del livello di sicurezza». «Ad oggi – prosegue la nota dell’ente di piazza Italia – le problematiche relative al primo punto hanno trovato soluzione, mentre relativamente al secondo sono in corso, da parte della ditta appaltatrice, le indagini per il reperimento di idoneo materiale presso le cave disponibili nell’area». Dopo il 30 settembre «se non interverranno cause di forza maggiore e l’impresa non avesse provveduto al completamento delle opere principali che consentano la riapertura del traffico in entrambi i sensi di marcia, scatteranno le penali previste dal capitolato speciale d’appalto, fino ad arrivare alla rescissione del contratto che, in base a quanto assicurato dall’impresa, non dovrebbe avere ragione di fondamento».

Protesta il M5S «Tre anni di disagi, zero di fatti» dice sulla questione il M5S che sabato mattina scenderà in strada per chiedere il ripristino del tratto franato. A guidare il sit in di protesta, dalle ore 10.30, di fronte alla frana, il consigliere comunale di Magione, Roberto Passerini, i consiglieri comunali di Castiglione del lago, Stefano Bistacchia e David Cerboni insieme al deputato umbro Filippo Gallinella. «La situazione non è più tollerabile – affermano i quattro portavoce del Movimento – i cittadini e gli imprenditori non possono più aspettare i tempi lunghi e irrispettosi dei governanti e della burocrazia». Così, il M5S prova a riaccendere i riflettori sulla frana avvenuta il 12 maggio 2012 che costringe ancora a procedere a senso unico alternato.

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