Trasimeno, test d’apertura per l’antico emissario: livello fermo a +34
Non sono ancora terminati i test sull’emissario del Trasimeno. Dopo quasi una settimana di prove a metà del mese di febbraio – in cui si è verificato lo stato di salute del canale esautore del lago Trasimeno a 30 anni dall’ultimo utilizzo e a quasi 120 dalla sua costruzione (1898) – il tavolo tecnico che coinvolge Comuni, Provincia e Regione, riunitosi per valutare i dati raccolti durante l’apertura delle paratie, ha individuato altre attività di verifica in merito alla funzionalità del sistema fognario con quote di livello pari o superiori a +40 centimetri circa sullo zero idrometrico. Il livello attuale infatti, malgrado il funzionamento sperimentale a diversi regimi di portata dell’emissario (da 2 mcs a 7,5 mcs massimo) per circa 80 ore consecutive a partire dallo scorso martedì 10 febbraio, è rimasto praticamente invariato a +33 centimetri sullo zero. L’emissario è stato richiuso venerdì 13 febbraio alle 14 del pomeriggio.
La sperimentazione di Umbra Acque. Dopo i quattro giorni di verifiche sulla tenuta e la capacità di deflusso dell’emissario di San Savino, è ora Umbria Acque a fare prove di valutazione sui potenziali effetti che un innalzamento delle acque potrebbe determinare sulla rete fognaria. Questa la decisione assunta in seno al tavolo tecnico che, convocato dalla Regione Umbria, ha visto la partecipazione di Provincia di Perugia, Comuni rivieraschi e la stessa Umbra Acque. Spetta infatti a quest’ultima effettuare gli esperimenti necessari per stimare la tenuta del sistema fognario del territorio lacustre in presenza di un livello alto delle acque del Trasimeno. In particolar modo i test di Umbra Acque si concentreranno nei comuni di Magione (San Feliciano), Passignano e Tuoro (Isola Maggiore), dove maggiormente si manifestano gli effetti dell’innalzamento idrico. Dal Tavolo inoltre Regione e Provincia sono uscite con l’impegno di verificare la disponibilità di risorse per ridurre gli effetti legati alle cosiddette “lagheggiate” sulla fascia circumlacuale e per intervenire sul canale emissario che dalla ricognizione ha evidenziato alcune criticità. Dopo una rielaborazione dei dati raccolti con i test del 10 febbraio si conferma la stima iniziale di una fuoriuscita d’acqua dall’Emissario pari a un centimetro ogni due o tre giorni. Le procedure di apertura e deflusso hanno infatti mostrato una “lentezza” importante di uscita delle acque. Un limite da tener sempre in considerazione per evitare piene del Trasimeno con possibili danni ad infrastrutture pubbliche e private.
Elementi emersi con il test di febbraio 2015. Durante il test di apertura dell’emissario, che dopo un percorso di circa 7 chilometri conduce le acque del bacino lacustre al torrente Caina e attraverso questo al fiume Nestore, sono infatti emerse diverse fragilità; tra cui, già conosciuta nei giorni precedenti, la frana su due punti degli argini in muratura all’uscita della galleria. Vanno inoltre segnalati: difficoltà nello smaltimento delle acque all’uscita della galleria dell’emissario rinascimentale, che riaffiora proprio accanto all’emissario di fine Ottocento; il rischio di fuoriuscita di acqua verso il “canale dei Molini”, separato da una paratoia in legno dimostratasi inadeguata a sostenere la pressione dell’acqua; la mancanza di automazione della prima paratia, che necessità per la movimentazione circa tre persone e, in caso di difficoltà, anche di un natante con gru di sollevamento; La portata del canale, con l’apertura massima delle paratie, raggiunge appena 7,5 metri cubi al secondo, pari a meno di mezzo centimetro al giorno.