Mercatone Uno, nuovo bando: scadenza a metà maggio

ROMA 19 gennaio 2017 – Nuovo bando di gara per la vendita del Mercatone Uno. I commissari straordinari della società in amministrazione straordinaria l’hanno illustrato incontrando al Mise i rappresentanti nazionali e territoriali delle organizzazioni sindacali, i rappresentanti delle regioni interessate e i componenti della task force governativa che segue la procedura di amministrazione straordinaria del gruppo ed alcuni sindaci. Preliminarmente i Commissari hanno fornito informazioni sul provvedimento di sequestro preventivo delle quote della società CVE, appartenenti agli ex soci ed amministratori del Gruppo Mercatone Uno, motivato dalla necessità di evitare ulteriore dispersione di beni già di pertinenza delle imprese in amministrazione straordinaria. I Commissari hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa della Procura della Repubblica di Bologna e della Guardia di Finanza a tutela dell’azienda, dei dipendenti e dei creditori.

Il nuovo bando con scadenza a maggio avrà uno sconto di 60mln euro I Commissari straordinari hanno presentato i risultati economico-gestionali relativi all’anno 2016 sottolineando le criticità del settore e preannunciando la pubblicazione del nuovo bando di gara – con scadenza per la presentazione delle proposte il 17 maggio 2017 – per la vendita dell’intero compendio aziendale rivolto a operatori industriali e finanziari che possano garantire una concreta prospettiva di rilancio industriale del Gruppo. Il secondo bando conterrà condizioni di vendita più flessibili ed in coerenza con le indicazioni provenienti dal mercato. Una sforbiciata di 60 milioni di euro rispetto all’iniziale prezzo di vendita dell’intero compendio aziendale. Ma soprattutto la possibilità, per gli acquirenti interessati, di fare un’offerta più flessibile, per singole parti del gruppo. Le offerte ritenute ottimali saranno quelle che comprenderanno l’intero perimetro dei 78 punti vendita esistenti ed i dipendenti in forza all’atto della cessione.

L’acquisizione dell’intero perimetro non è vincolante A differenza del primo bando, saranno prese in considerazione, ed opportunamente valutate e ponderate, le diverse offerte di acquisto che perverranno alla Procedura, con lo scopo di assicurare la continuità aziendale ed il mantenimento dei posti di lavoro e le opportunità commerciali per i fornitori e di tutto l’indotto del Mercatone Uno. Una scelta che rischia di marginalizzare le possibilità di riapertura di Magione, dove il negozio non è di proprietà diretta della catena e gli altri immobili (palazzina formazione e magazzino) sono all’interno delle quote sequestrate alla società CVE. I Commissari hanno sottolineato come Mercatone Uno, nonostante la situazione di crisi generalizzata dei consumi, ha recuperato quote di mercato rispetto al precedente esercizio, confermandosi uno dei principali operatori in Italia nella distribuzione del mobile e del complemento d’arredo. Condividendo gli obiettivi dei Commissari, il MISE ha autorizzato la proroga del Programma di cessione del compendio aziendale per ulteriori 12 mesi e, conseguentemente, la CIGS, scaduta il 13 gennaio 2017, verrà prorogata fino al 14 gennaio 2018.

Il sequestro delle quote della società CVE tocca anche Magione C’è anche il deposito merci del punto vendita Mercatone Uno di Magione tra i beni facenti parte delle quote di una società sequestrati giovedì dalla Procura della Repubblica di Bologna che sta indagando per bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza del capoluogo emiliano giovedì ha eseguito perquisizioni nei confronti di dieci persone, ex soci e amministratori del gruppo Mercatone Uno, tra i quali ci sono Romano Cenni, fondatore dell’azienda imolese, sospettato insieme a Elisabetta, Susanna e Micaela Cenni e altre sei persone (tutti ex soci e amministratori dell’azienda) di aver distratto dal 2005 al 2013, 300 milioni di euro dalla Mercatone Uno, facendoli convergere in una società creata ad hoc, la Cve srl. Stando alle accuse gli indagati avrebbero ceduto alcuni beni immobili dell’azienda per 170 milioni a un fondo lussemburghese: da qui avrebbero preso la strada della Cve srl, «società cassaforte» riconducibile ai soci della holding imolese.

L’indagine di Bologna sui contratti di affitto pagati dalla Mercatone Uno Per il primo passaggio di mano sarebbero state utilizzate le stesse risorse finanziarie aziendali ed è in questo quadro che il gip Mirko Margiocco ha disposto il sequestro preventivo delle quote della Cve all’interno della quale sono confluiti i beni, tra i quali anche il deposito di Magione, dove il punto vendita vero e proprio, chiuso ormai da tempo, è in affitto. Secondo gli inquirenti poi gli ex amministratori avrebbero fatto lievitare i contratti di affitto degli immobili sottratti, facendo pagare al Mercatone Uno dai 15 ai 18 milioni di euro tra il 2006 e il 2013. Cifre che fanno arrivare il conto totale della presunta spoliazione a 300 milioni di euro. Tutte operazioni che avrebbero contribuito in maniera determinante a provocare il dissesto finanziario che ha condotto la Mercatone Uno a richiedere e ottenere, nel giro di due anni, l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria speciale per le grandi imprese in crisi, cioè ai benefici della Legge Marzano.

«Tutto corretto», la difesa della famiglia Cenni La famiglia Cenni in una nota del loro legale Luigi Lebro «si dichiara estranea a qualsiasi illecito e ritiene che l’analisi degli stessi documenti oggi sequestrati dimostrerà la piena legittimità del proprio operato. L’operazione di scorporo immobiliare (spin off) del 2006 di parte degli immobili del Gruppo Mercatone – prosegue il difensore – venne condotta secondo modalità assolutamente consuete, verificata da primari consulenti, nel pieno rispetto della normativa e fu approvata dagli organi istituzionali di controllo; l’operazione fu concepita ed attuata nell’esclusivo interesse del Gruppo e non certo per quello dei soci».

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